La famiglia è il gruppo sociale in cui, ciascuno di noi, è nato e cresciuto. La famiglia nucleare che oggi conosciamo è formata da genitori, fratelli e sorelle ed ha sostituito e offuscato l’importanza cruciale delle reti di parentela tipiche delle famiglie estese in cui più generazioni vivevano insieme e garantivano il passaggio delle appartenenze, dei miti e dei valori da una generazione all’altra.
La famiglia è il luogo più significativo dove provare a costituire e strutturare il proprio sé ma anche il contesto dove iniziare a sperimentarsi come persona che progressivamente si differenzia attraverso il rapporto con i propri familiari, come una figura rispetto allo sfondo.
Negli ultimi decenni abbiamo assistito a molti cambiamenti sociali e uno dei fenomeni di grande attualità è rappresentato dalla presenza di molteplici configurazioni familiari. Ci si può imbattere in figli che hanno genitori separati e che vivono con uno solo dei due e quindi abbiamo famiglie monoparentali e poi ci sono i secondi matrimoni e quindi le famiglie ricostituite, poi ci sono le famiglie omosessuali, le famiglie adottive e ancora le famiglie multigenerazionali in cui sono i nonni ad allevare i nipoti.
Ogni singola famiglia evolve nel tempo e il modello teorico del ciclo vitale ci può aiutare a comprendere come questa evoluzione segua delle tappe comuni a tutti i sistemi familiari; il passaggio da una fase all’altra implica una continua riorganizzazione familiare.
Le varie tappe sono caratterizzate dalla separazione dalle famiglie d’origine, dalla formazione di una nuova coppia, dalla nascita dei figli, dalla loro crescita fino allo svincolo e, infine, dall’ invecchiamento e morte della coppia genitoriale.
Per ciascuna di queste fasi, nella famiglia, si assiste ad un cambiamento di ruoli, funzioni e modalità di relazione. Vanno costantemente rinegoziati i rapporti tra dipendenza e autonomia, tra distanza e vicinanza.
Accanto a queste tappe “prevedibili”, si possono verificare eventi, “non prevedibili”, che possono complicare questi passaggi di fase. Basti pensare al divorzio, ad una malattia, ad un lutto, ad una crisi finanziaria, ecc.
Durante il periodo di transizione da una fase all’altra assistiamo, da un lato, al desiderio di ritornare indietro verso situazioni note e che garantiscono stabilità e sicurezza e, dall’altro, all’aspettativa della conquista di nuove possibilità che si prospettano ricche di potenzialità.
Le famiglie, nel tentativo di affrontare la transizione da una fase all’altra, possono rimanere bloccate ad una fase e non portare a compimento i cambiamenti auspicabili. È in questi casi che possono insorgere i sintomi in uno o più membri della famiglia che segnalano una chiara e dolorosa manifestazione di disagio che richiama proprio la necessità di avviare dei movimenti trasformativi. È su questa valenza evolutiva del sintomo che trova spazio ed assume senso il lavoro psicoterapeutico.
Vediamo ora in dettaglio le diverse fasi di passaggio del ciclo di vita di ogni famiglia.
La fase di separazione dalle famiglie d’origine, ovvero lo svincolo dei figli dai genitori è una delle transizioni più insidiose. La capacità di crescere e cambiare dei figli può venire ostacolata dalla mancanza di una capacità simile negli altri membri della famiglia. È imprenscindibile una riorganizzazione della relazione genitori-figli al fine di consentire il processo di reciproca separazione. Il cambiamento di un individuo implica che tutti gli altri devono modificare la percezione di sé. I genitori che accettano i tentativi del giovane adolescente di diventare adulto, dovranno accettare di perdere quella parte di loro impegnata a prendersi cura di qualcuno e dovranno recuperare una nuova intimità con il partner e reinvestire nella relazione di coppia.
Il figlio potrà fare altrettanto con la scelta di un partner, con il matrimonio o la convivenza e trovare un equilibrio tra la lealtà dovuta alla famiglia d’origine e quella dovuta al coniuge.
Poi ci potrà essere la nascita di uno o più figli che ridisegna ancora la geografia della famiglia. La nascita di un bambino crea i ruoli di padri, madri, nonni, zii e produce profonde ripercussioni all’interno del sistema familiare. La coppia dovrà differenziarsi fino a creare due funzioni: una coniugale ed una genitoriale.
La nascita dei figli ripropone le tematiche dell’appartenenza alle reciproche famiglie d’origine che si traducono in conformità o tentativi di difformità rispetto ai modelli appresi. La confluenza dei modelli comporta la contrattazione serrata di regole per la creazione di un modello nuovo e buono per la coppia e per i figli.
La crescita dei figli fino alla loro adolescenza romperà il predetto equilibrio ed il ciclo si ripeterà di generazione in generazione.
Obiettivo della psicoterapia familiare è accompagnare le famiglie nei passaggi critici che si trovano ad affrontare. È indicata quando le relazioni tra i familiari sono caratterizzate da conflittualità e distanza o, al contrario, quando diventa complicato portare avanti lo svincolo da parte dell’adolescente.
La terapia familiare è fortemente consigliata quando i bambini manifestano disagi a scuola o presentano paure e disturbi del comportamente; quando gli adolescenti incontrano difficoltà a scuola, presentano disturbi dell’alimentazione o utilizzano sostanze o quando interviene uno dei tanti eventi critici che una famiglia può trovarsi ad affrontare come la malattia di un suo membro, un trasferimento, la separazione, ecc.
Con la terapia familiare, le persone vengono aiutate a rintracciare e attivare le proprie risorse, a comprendere i processi relazionali e comunicativi che sostengono il disagio.
La famiglia fornisce i contenuti, i personaggi e il terapeuta evidenzia nessi nuovi, sfumature sconosciute. Si creano così significati nuovi che non appartengono né al terapeuta e né alla famiglia ma che diventano patrimonio comune di entrambi. La famiglia potrà arricchirsi da quanto saprà riscoprire di sé in questa nuova immagine, liberandosi da modalità stereotipate e rigide.